Damien Hirst, il signore delle mosche: (ovvero) l’artista che gioca con la morte

Non è un gioco da ragazzi, non è neanche la presa del potere da parte della fantasia, ma piuttosto la vita e la sua decomposizione. Damien Hirst mette in scena lo spettacolo della vita e contemporaneamente la sua distruzione, la morte. Perché la prima non può esistere senza la seconda e viceversa, ed è inutile fare finta che esista solo la vita..magari tutta colorata o tutta candida come nelle pubblicità farmaceutiche. L’artista inglese, fra i maggiori esponenti dell’arte contemporanea, non vuole spaventare o inorridire il suo pubblico, ma fargli prendere coscienza anche degli aspetti scomodi di questo mondo. Ciò che mostra, infatti, non è una rappresentazione o un simbolo, ma la realtà stessa. Lavora sempre con oggetti materiali, allestendo opere concrete e spesso le protagoniste delle sue opere sono mosche vere e proprie o animali imbalsamati ed immersi nella formaldeide. Qualche volta tante..tantissime mosche, come fossero protagoniste di una scena teatrale congelata. Ma è sufficiente una solo mosca per connotare la presenza della morte, come nelle celebre copertina dell’album “I’m With You” dei Red Hot Chili Peppers.

Ma veniamo alla prima opera:

“Let’s Eat Outdoors Today”: da un lato un barbecue con la carne sul fuoco e al di sotto un vassoio con i vermi. Dall’altro lato un tavolo con gli avanzi di un tipico pranzo all’aperto e sotto il tavolo la testa mozzata di una mucca. Posto sopra il tavolo un elettroinsetticida che uccide le mosche che cadono sul tavolo. L’artista vuole esplorare i “tentativi da parte delle persone di isolare l’orrore ed eliminarlo”.

In sal(s)a operatoria: l’opera si chiama “Adam and Eve together at last” (Adamo ed Eva finalmente insieme), e vi sono due corpi di pazienti deceduti durante un’operazione e malamente coperti da un lenzuolo. Sopra vi sono strumenti chirurgici, piatti, ossa e tramezzini a simboleggiare i resti di un macabro banchetto. La vita in obitorio.

Dettaglio sala operatoria.

A Thousand years, vetrina d’acciaio e cristallo contenente da una parte le mosche vive che si cibano di acqua e zucchero, ma che però possono passare nell’altra parte..dove ad aspettarle c’è un’invitante testa di mucca mozzata di fresco ed un elettroinsetticida e dunque una morte certa.

“The Acquired Inability to Escape” l’artista spiega: “Per me la sigaretta può stare per la vita , il pacchetto con le sue possibili sigarette rappresenta la nascita , l’accendino può significare Dio che dà vita a tutta la situazione , il portacenere rappresenta la morte.”

“Mother and Child ( Divided)” è un’opera composta da quattro serbatoi contenti le due metà di una mucca e del suo vitellino. Il titolo dice tutto ma crea un macabro gioco di parole: l’opera d’arte rappresentata vuole infatti simboleggiare il figlio separato, strappato in tenera età dalla madre (divided appunto). Quest’opera però trascende il significato astratto del concetto di “divisione” per renderlo quantomai concreto: madre e figlio in effetti, sono letteralmente divisi,…sì…a metà!

…dettaglio – tra le due metà c’è lo spazio sufficiente per poter camminare in mezzo ed osservare da vicino le metà interne dei corpi!

“Pharmacy” , quest’istallazione rappresenta una farmacia di dimensioni reali, ma i farmaci sono posti di modo da offrire il modello di un corpo: in alto farmaci per la testa, in mezzo per lo stomaco e in fondo quelli per i disturbi ai piedi.

Da cosa è formato questo quadro? Che materiali sono stati impiegati per rendere così bene l’effetto rilievo? Catrame? Cemento? Semplici colori ad olio? Colla mista a segatura?
Nulla di tutto ciò.

“Black Ritual” da lontano sembra solo un quadro monocromatico, ma se ci si avvicina ci si accorge che i riflessi e i giochi di luce della superficie sono frutto di un impasto di mosche e resina su tela. Immagine che evoca paure bibliche di stermini o pandemie.

Potete trovare altre interessanti opere di Damien Hirst visitando il sito ufficiale dell’artista: http://www.damienhirst.com/artworks/catalogue

Fai vedere a tutti che sei uno che l’arte contemporanea sa veramente che cosa sia…oppure rendi il pomeriggio delle tue migliori amiche assolutamente disgustoso condividendo questo articolo sulla loro bacheca! Avrete di che parlare!